Sabato 31 luglio – Cosa voglio di più

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regia di Silvio Soldini
– con Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher

– Ospiti della serata: Silvio Soldini e Alba Rohrwacher

 

 

Anna vive una vita tranquilla e appagante: un buon lavoro e un compagno che la ama e con cui sta pensando di avere un figlio. Una sera però incontra Domenico -cameriere sposato e padre di due bambini- e tra i due si accende unintensa passione che li porterà a vivere una relazione clandestina. I due amanti si incontrano segretamente in un motel, ma si accorgeranno ben presto di come sia difficile conciliare questa relazione con la vita di tutti i giorni.

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[] questo bellissimo film spiega con immagini ad altezza di cuore umano, sgocciolando leggermente nel profondo, cosa volere di più. Va sottopelle nella società della crisi, tra case alveare, tintorie, suoceri, famiglie e precariato non solo di denaro.

Maurizio Porro  Corriere della Sera

Si dice che l’artista è colui che vede cose che gli altri non vedono. Se è così, Silvio Soldini è un artista, perché ha trovato una storia d’amore dove nessuno se la sarebbe aspettata. E l’ha raccontata nell’unico modo possibile: tono neutro, freddo; fotografia realistica, quasi «assente». […] Gli attori sono bravissimi, e ci sembra giusto segnalare che Alba Rohrwacher, al di là delle scene di nudo, opera su se stessa un cambiamento di immagine e di tecnica recitativa veramente eroico.

  da lUnità

In uno stile quasi documentario, con Alba Rohrwacher brava e bella, il regista Soldini racconta i vani tentativi d’evasione della piccola borghesia lavoratrice, il vano desiderio di esistenze più vive ed emozionanti in un benessere sempre affannato in cui la fatica fisica del lavoro è sostituita dall’ansia di non farcela, mentre le gru sul panorama urbano mostrano quanto spietatamente la città vada estendendosi. Il bel film su un adulterio contemporaneo diventa anche una accusa sommessa contro l’infelicità quotidiana che ci siamo fabbricati. 

  da La Stampa

Soldini inanella con sapienza rara per il cinema italiano i «quadri» di un’esistenza senza detour emozionali […] Umanità che non si libera perché non sa della libertà, umanità lontanissima dall’immaginario poetico di Soldini, che li muove pietosamente come corpi senz’anima.

  da Il Manifesto