Sabato 4 agosto – Romanzo di una strage

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Italia/Francia, 2012

Regia Marco Tullio Giordana

Sceneggiatura Marco Tullio Giordana, Sandro Petraglia, Stefano Rulli

Fotografia Roberto Forza

Montaggio Francesca Calvelli

Scenografia Giancarlo Basili

Costumi Francesca Livia Sartori

Musica Franco Piersanti

Con Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Michela Cescon, Laura Chiatti, Fabrizio Gifuni, Giorgio Colangeli, Omero Antonutti, Luigi Lo Cascio

Durata 130 minuti

Distribuzione 01

– Ospiti della serata: Marco Tullio Giordana e alcuni attori del cast

 

 

romanzo-di-una-strage-locandina-trailerMilano, 12 dicembre 1969. Lesplosione di un ordigno nella sede della Banca Nazionale dellAgricoltura in piazza Fontana provoca diciassette vittime e decine di feriti: alla pista anarchica si affiancano i sospetti che chiamano in causa gruppi veneti di estrema destra e membri dei servizi segreti. Durante lo svolgimento delle indagini Giuseppe Pinelli muore in circostanze non ancora chiarite, mentre qualche anno dopo viene assassinato il commissario Luigi Calabresi. Fra intrighi e depistaggi si inasprisce la strategia della tensione.

 

 

 

 

 

 

 

Non abbiamo certezze, non abbiamo i colpevoli, non i mandanti. Abbiamo un film. Accolto, applaudito, ripensato, da rivedere, un long seller del cinema civile italiano. Il cinema, si sa, è un totem, attorno al quale ci ritroviamo nel rito di conoscenza e liberazione. Ora abbiamo una memoria da condividere, a partire da un fatto: Romanzo di una strage è allaltezza del tragico civile, del tragico privato e del tragico politico della nostra storia.

  Silvio Danese, Il Giorno, 28 marzo 2012

La strage di piazza Fontana come un contenitore di trame e sottotrame così vertiginosamente intrecciate che gli autori per una volta si sono adoperati non tanto a inventare, coprire falle, rendere viva e concreta quella stagione, quanto a sfoltire, armonizzare, semplificare, senza tradire la massa immensa di fatti e di possibili collegamenti in cui è immersa questa vicenda ancora aperta. Non è difficile immaginare, uscendo da Romanzo di una strage, una forma diversa per un film con questo titolo.

Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 27 marzo 2012

Giordana, pur fedele alle carte e alla cornice depoca, ha creato unatmosfera cupa di penombre ogni volta che si tratta di covi del potere o di congiura. È una scelta formale che solleva il film verso un livello metafisico, sulla scia del cinema politico del maestro Francesco Rosi, suggerendo che si parla di qualcosa che stende la sua ombra scura su molta realtà italiana del prima e del dopo. Dato il quadro Giordana e i suoi sceneggiatori Rulli e Petraglia hanno individuato il loro nucleo drammaturgico forte nella contrapposizione fra Pinelli e Calabresi, ovvero la vittima e il suo presunto carnefice. È su questi due personaggi che poggia la componente emozionale di un film che riaccende il dolore di illusioni tradite, ma rievoca anche il sapore di speranze e passioni forse non del tutto perdute.

  Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa, 30 marzo 2012