Spettacolo prodotto nellambito del Reggio Parma Festival 2011
in collaborazione con Teatro delle Briciole
Regia Giuseppe Bertolucci
dal testo di Silvio DArzo
un progetto di Giuseppe Bertolucci e Antonio Piovanelli
con
Antonio Piovanelli
INGRESSO LIBERO E GRATUITO
Casa daltri di Silvio DArzo, un racconto della fine degli anni quaranta, considerato alla sua prima uscita perfetto da Eugenio Montale, si è conquistato nel corso degli anni lammirazione unanime della critica ed è diventato un cult per diverse generazioni di lettori.
Un parroco di montagna, ormai avanti negli anni e non più sorretto da un particolare fervore religioso, viene avvicinato da una vecchia, misera e sola al mondo, che, dopo molte reticenze, alla fine a fronte di unesistenza grama e vuota diventata per lei insostenibile gli confessa la sua decisione di togliersi la vita e gli chiede un impossibile consenso. Il prete naturalmente non può che negarglielo, senza però riuscire a farla recedere dal suo tragico gesto.
Il testo, ricco di una straordinaria potenzialità drammaturgica, è stato portato al pubblico attraverso letture (Marco Baliani), radiodrammi, trasposizioni cinematografiche (Blasetti) e teatrali (Silvio Castiglioni e Andrea Nanni), ma crediamo che possa trovare nuovi destinatari e nuove modalità di messa in scena e di fruizione.
La tormentata vicenda una vera e propria sfida esistenziale del parroco e della vecchia Zelinda è in tutto e per tutto una storia appenninica: sia per lambientazione (così
accuratamente restituita nelle sue luci, nei suoi colori e nelle sue atmosfere), che per il contesto antropologico, del quale è espressione e che mirabilmente riesce a materializzare, attraverso una scrittura scarna ed essenziale, quasi mimetica rispetto alla morfologia di quelle valli e di quei calanchi che caratterizzano gran parte della collina emiliana. Nonché la fase storica a cui si riferisce la vicenda narrata: il dopoguerra, tra la fine degli anni quaranta e linizio degli anni cinquanta.
E proprio a partire da questo dato identitario che muove il nostro progetto di rivisitazione del capolavoro di DArzo. In una prospettiva di forte sottrazione: sottrarre la messa in scena alla teatralizzazione più ovvia e scontata nei luoghi deputati (i teatri cittadini) per restituire levidente povertà dei mezzi, che caratterizza il racconto, la sua ambientazione e i suoi personaggi. In concreto, quello che si propone è di portare il nostro parroco a raccontare la sua vicenda e il suo caso di coscienza ai tavoli di un osteria, seduto in mezzo a una piccola comunità di spettatori avventori , quasi si trattasse di un discorso confidenziale tra amici, di una confessione, magari stimolata e resa possibile da qualche bicchiere di troppo.
Dunque, come si diceva, unevidente povertà dei mezzi nellallestimento (nessun apparato illuminotecnico o fonico, solo lattore, la sua tonaca nera da prete, la sua voce e le pietre preziose di quel testo), alla quale corrisponde unaltrettanto evidente povertà dei costi per chi deciderà di ospitare il nostro parroco.
Giuseppe Bertolucci
Antonio Piovanelli