Domenica 21 agosto – Amarcord

629x285 film amarcord

Regia Federico Fellini

Sceneggiatura Federico Fellini, Tonino Guerra

Con Bruno Zanin, Pupella Maggio, Armando Brancia, Stefano Proietti

Fotografia Giuseppe Rotunno
Montaggio Ruggero Mastroianni
Scenografia e costumi Danilo Donati
Musica Nino Rota

Durata 127’
Distribuzione Il Cinema Ritrovato

 

Seguirà contributo inedito

Amarcord Fellini. Provini, tagli e doppi
scelti da Giuseppe Tornatore 

amarcord posterNella Rimini degli anni trenta l’adolescente Titta cresce fra educazione cattolica e retorica fascista. Suo padre, Aurelio, è un capomastro anarchico e antifascista: sulle sue spalle oltre i due figli, la moglie e l’anziano padre, piuttosto arzillo, vive anche il cognato sbruffone e perdigiorno, lo zio “Pataca”. Suo fratello Teo è invece chiuso in manicomio. La cittadina è popolata da personaggi singolari, come Volpina la ninfomane, Giudizio il matto, Biscein il fanfarone, l’avvocato dalla retorica facile, il motociclista esibizionista, il cieco che suona la fisarmonica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amarcord è una paroletta bizzarra, un carillon, una capriola fonetica, un suono cabalistico, la marca di un aperitivo. Se si uniscono amare, core, ricordare e amaro, si arriva a Amarcord.

Federico Fellini

Non è la memoria che domina i miei film. Dire che i miei film sono autobiografici è una disinvolta fregnaccia. Io la mia vita me la sono inventata. L’ho inventata apposta per lo schermo. Prima di girare il primo film non ho fatto altro che prepararmi a diventare alto e grosso abbastanza e a caricarmi di tutta l’energia necessaria per arrivare un giorno a dire ‘azione!’. Ho vissuto per scoprire e creare un regista: niente altro. E di niente altro ho memoria, pur passando per uno che vive la sua vita espressiva sui grandi magazzini della memoria. Non è vero niente. Nel senso dell’aneddoto, di autobiografico, nei miei film non c’è nulla. C’è invece la testimonianza di una certa stagione che ho vissuto. In tal senso, allora sì, che i miei film sono autobiografici: ma allo stesso modo in cui ogni libro, ogni verso di poeta, ogni colore messo su tela, è autobiografico.

Federico Fellini