Per acquistare online il tuo biglietto clicca qui
Italia 2019
Regia Massimiliano Pacifico
Sceneggiatura Massimiliano Pacifico, Dario De Natale
con
Maddalena Stornaiolo, Pietro Casella, Giuseppe D’Ambrosio
Fotografia Cristiano Di Nicola
Montaggio Cesare Apolito
Musica Evan MacDonald
Durata 78 minuti
Ospiti della serata
il regista Massimiliano Pacifico e il produttore Gianluca Arcopinto
Trama
È una storia vera, nota alle cronache, quella di Gelsomina Verde. È la ventiduenne di Scampia dedita al volontariato, torturata per ore e infine uccisa con un colpo di pistola nel 2004. Il suo corpo viene dato alle fiamme all’interno dell’auto essendo stata per un breve periodo la ragazza di Gennaro Notturno, membro del clan degli “scissionisti” di Secondigliano.
Narrare la storia di Gelsomina significa raccontare la comunità in cui è nata e cresciuta, e per ciò molto intelligentemente il regista Massimiliano Pacifico si serve di un’altra comunità in piccolo, ovvero un collettivo teatrale (Collettivo Mina) gestito qui dal drammaturgo Davide Iodice, allo scopo di tentare di mettere in scena un contesto ben particolare. Ciò non significa una semplice rappresentazione del fatto, quanto di un racconto corale che è anche elaborazione meditata attraverso punti di vista diversi e contraddizioni condivise, unite alla testimonianza del fratello di Mina, Francesco, anch’esso perdutosi allora sulla medesima strada fatta di carcere e reati. Il punto più potente dell’opera di Pacifico è proprio questo emergere di voci che talvolta si sovrappongono incomprese e discordi – il killer, l’amica omertosa, il fratello, il poliziotto – perché il caso di Gelsomina ha attirato a suo tempo sospetti e pregiudizi: perché la ragazza aveva avuto una storia con un ragazzo poco raccomandabile? Perché la sua famiglia ha accettato un risarcimento da Cosimo Lauro, considerato il mandante dell’omicidio? E in fondo, non è tutta colpa della stessa Scampia, dove fin da bambini per tanti viene facile essere automaticamente instradati verso il crimine e l’affiliazione verso una o un’altra famiglia mafiosa? Invece di assopirsi sugli allori di una facile pietà Gelsomina Verde racconta la struttura sociale dilaniata e corrotta, l’assoluta mancanza di scelte alternative per i giovanissimi, la mafia come figlia e madre di una povertà economica, lavorativa e culturale che avvelena ogni appartenente al quartiere. Condanna, ma cerca anche di indagare emotivamente oltre l’istintivo ritrarsi orripilati. È il modo migliore, oltre ogni ritratto martirizzante, per capire la vita e le scelte di una ragazza che ha preferito sporcarsi le mani all’interno del suo mondo sbagliato, per provare a migliorare a migliorarlo, piuttosto che dissociarsene completamente.
Veronica Vituzzi, www.pointblank.it