Giovedì 26 agosto – IL CATTIVO POETA

Giovedì 26 agosto, ore 21,15

Il cattivo poeta

regia di Gianluca Jodice

Sceneggiatura Gianluca Jodice

con Sergio Castellitto, Francesco Patanè, Fausto Russo Alesi

Fotografia Daniele Ciprì
Montaggio Simona Paggi
Musica Michele Braga
Scenografia Tonino Zera
Costumi Andrea Cavalletto
Durata 106 minuti
Produzione Coproduzione italo francese Ascent film e Bathysphere con Rai Cinema
Distribuzione 01 Distribution
Italia/Francia, 2021

Nella primavera del 1936 spetta al giovane federale Giovanni Comini, di stanza a Brescia, un compito particolarmente delicato e riservato. Il segretario del Partito Fascista Achille Starace gli affida l’incarico di sorvegliare nientedimeno che Gabriele D’Annunzio, il quale da quindici anni se ne sta rinchiuso nel Vittoriale. Comini dovrà raccogliere informazioni di ogni tipo su D’Annunzio, che intanto si è dichiarato contrario alla nascente alleanza fra Mussolini e Hitler, definendo quest’ultimo “ridicolo nibelungo”. Dal Vittoriale Comini invia alla Casa del Fascio puntuali rapporti su ogni attività del “poeta vate”, ma presto impara a conoscere l’uomo che spia e comprendere a a mettere in discussione le proprie convinzioni fasciste.

In epoche compromesse, opache, buie, si è “cattivi” spesso perché critici, cioè scomodi. Il cattivo poeta non si offre quindi come biografia cinematografica di finzione in senso stretto ma sceglie la via della riflessione circoscritta cronologicamente, a dimostrazione di come la lungimiranza e la profezia non facciano il gioco di nessuno. Il punto di vista speciale di un personaggio sopra le righe come D’Annunzio offre il vantaggio dell’interpretazione importante di un attore carismatico come Sergio Castellitto, ma sotto la superficie scatta un dialogo tra film. Nel senso che Il cattivo poeta chiama in causa un modello importante: quello chiaroscurale di Vincere di Marco Bellocchio. E lo fa attraverso una serie di indizi artistici importanti: il protagonista stesso, già bellocchiano ai tempi de L’ora di religione e Il regista di matrimoni, la fotografia di Daniele Ciprì che direttamente rimanda a Vincere, l’interpretazione di Fausto Russo Alesi nei panni del gerarca Achille Starace, quindi lo stesso Pier Giorgio Bellocchio.
Concepire inoltre un debutto registico con un film non minimalista, che rilegge la storia in chiave di metafora contemporanea, non per niente con Matteo Rovere produttore, è di per sé un segnale forte. Importante anche per riprendere, sullo schermo, un discorso sul D’Annunzio scrittore comunque fondamentale al punto che Vittorio De Sica avrebbe desiderato come suo ultimo film tornare proprio a Le novelle delle Pescara. E se non ci riuscì De Sica a chiudere la sua carriera con D’Annunzio, l’onere toccò all’altro grande maestro del Neorealismo: Luchino Visconti nel suo congedo con L’innocente volle consegnare l’opera del “poeta vate” quasi mezzo secolo fa ad una riflessione culturale allargata, illuminata e aperta.

Ospite della serata
il regista Gianluca Jodice