Martedì 24 agosto, ore 21,15
La terra dei figli
regia di Claudio Cupellini
Sceneggiatura Filippo Gravino, Guido Iuculano, Claudio Cupellini
con Leon De La Vallée, Fabrizio Ferracane, Valerio Mastandrea
Fotografia Gergely Poharnok
Montaggio Giuseppe Trepiccione
Musica Motta
Scenografia Daniele Frabetti
Costumi Mariano Tufano
Durata 120 minuti
Produzione Indigo Film con Rai Cinema in coproduzione con WY Productions
Distribuzione 01 Distribution
Italia 2021
Rischiano ogni giorno di non aver più di che cibarsi un padre e un figlio su una palafitta. Alle loro spalle, ignobile, oscura e inenarrabile c’è una catastrofe che ha reso il mondo invivibile, infido, culla di veleni. Per chi ha deciso di mantenere in vita i propri figli la sfida per la sopravvivenza non offre grandi prospettive. Non resta ai due che arrangiarsi, senza curarsi del prossimo o dell’ambiente. In un contesto svuotato, violento e teatro delle peggiori solitudini, anche imparare a leggere è superfluo. Il ragazzo senza nome che il padre chiama soltanto “Figlio” si ritrova un giorno tra le mani un diario. La morte del genitore che l’ha redatto fino all’ultimo induce “Figlio” a mettersi in viaggio lungo il fiume, a suo rischio e pericolo.
Claudio Cupellini, reduce da Una vita tranquilla e Alaska che ne hanno imposto lo stile asciutto, ma anche dal percorso aspro della serie Gomorra in una contemporaneità già post-apocalittica, ha trovato nella graphic novel di Gipi il materiale congeniale per proseguire un discorso personale che ne La terra dei figli spinge alle estreme conseguenze. Il futuro come spazio distopico eppure fin troppo reale è ricco di spunti allusivi. Il Delta del Po caro già dagli anni Quaranta a grandi autori della storia del cinema italiano come Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni e Roberto Rossellini, quindi Mario Soldati, Giuliano Montaldo, Florestano Vancini, Pupi Avati e Carlo Mazzacurati, diventa ora l’ultima occasione per rimettere insieme i pezzi morali e materiali di una società distrutta, abbruttita e dispersa, in via di estinzione e a rischio smarrimento dei codici comunicativi e culturali di riferimento. La ricerca del giovane protagonista del senso delle parole paterne che non è in grado di leggere suggerisce la posta in gioco di quel progetto complesso di civiltà da riedificare su un terreno infido, inospitale, malsano. Ma è anche indice di una sfida cinematografica che non guarda al presente in termini più di cronaca, né all’avvenire secondo i dettami della fantascienza di intrattenimento, ma ripristina le coordinate di un “paesaggio italiano”, come lo auspicava Giuseppe De Santis nel 1942 in vista della grande e innovativa stagione neorealista. Se mai è stata immaginata una maniera di tornare al futuro attraverso i canoni gloriosi del Neorealismo quella de La terra dei figli è la risposta visionaria più aggiornata e sostenibile in uno scenario disperato e allarmante con tracce inequivocabili di umanità residua.
Ospiti della serata
Sarà presente in sala Valerio Mastandrea e, in collegamento, Claudio Cupellini