Sabato 27 luglio – Felicità

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27 luglio ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)

 

FELICITÀ

Italia, 2023
Regia Micaela Ramazzotti
Sceneggiatura Isabella Cecchi, Alessandra Guidi, Micaela Ramazzotti
con
Max Tortora, Anna Galiena, Matteo Olivetti, Micaela Ramazzotti, Beatrice Vendramin e con la partecipazione di Sergio Rubini
Fotografia Luca Bigazzi
Montaggio Jacopo Quadri
Musica Carlo Virzì
Scenografia Paolo Sansoni Baratella
Costumi Catia Dottori
Produzione Lotus Production e Rai Cinema
Distribuzione 01 Distribution

Durata 104 minuti

Ospite della serata
la regista Micaela Ramazzotti

 

 

Felicità è stato presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2023 nella sezione Orizzonti, dove ha vinto il Premio degli Spettatori. Ai Globi d’oro del 2024 Micaela Ramazzotti ha vinto come Miglior attrice ed era candidata per la Miglior opera prima; ai Nastri d’argento del 2024 Micaela Ramazzotti ha vinto come Migliore attrice protagonista ed era candidata come Miglior regista esordiente, candidato anche Sergio Rubini come Miglior attore non protagonista; ai David di Donatello 2024 Micaela Ramazzotti è stata candidata come Miglior regista esordiente e Migliore attrice protagonista.

Sinossi

Desirè è una aiuto-parrucchiera che lavora nei set cinematografici. Convive con il fidanzato Bruno. Quella di origine è una famiglia tossica dominata da genitori egoisti e manipolatori, che soffocano qualsiasi speranza di libertà e felicità per i propri figli. Desiré è l’unica che sembra avere la forza e la determinazione per salvare suo fratello Claudio da quell’ambiente che lo sta portando alla rovina psichica e finanziaria, combattendo contro tutte le avversità per amore del fratello, cercando di conquistare quel briciolo di felicità che ritiene di meritare.

Per comprendere il senso sottile di Felicità dentro le maglie larghe della commedia, bisogna certamente partire dalla scelta dell’autrice Micaela Ramazzotti di assegnare alla “sua” protagonista un nome che lasci intendere quanto individualmente ella sia stretta nella morsa del “desiderio”. La strategia onomastica di Desirè, che coniuga una paradossale “felicità” dentro una cornice “infelice” di concomitanze, rende il personaggio femminile sintomatico del bisogno di mettersi in gioco anche dietro la macchina da presa; e accollarsi l’intero processo filmico. Perciò questa volta non soltanto interpreta una donna, ma con cognizione e complicità di causa la dirige, intendendo con ciò l’accettazione consapevole di guidarne fino in fondo il percorso esistenziale. Si incarica cioè in prima persona, umana e cinematografica, di risolvere i problemi, del set come nella vita. In un mondo in cui i “desideri” che timidamente e spontaneamente Desirè coltiva lasciano molto, troppo “a desiderare”, dall’ambito professionale a quello affettivo e familiare, non resta che agire in piena solitudine, eppure indipendenza economica e psicologica. Perciò Desiré, in quanto donna, non esita ad aiutare l’unico soggetto maschile, il fratello, degno di comprensione: costui infatti esprime in una chiave frustrata e fragile la medesima insofferenza verso una realtà e un sistema di relazioni insostenibili che Desirè, emblema di un modo di essere alternativo all’egoismo patriarcale, affronta quotidianamente ma con spirito (auto)autoironico e costruttivo.

(Anton Giulio Mancino)