Domenica 4 agosto – Welcome to paradise e Sbatti il mostro in prima pagina

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4 agosto ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)

 

WELCOME TO PARADISE


Italia, 2023
Regia Leonardo Di Costanzo
Sceneggiatura Alessandra Rosso
con
Marta Cammi, Sofiane Bahari, Giorgia Respelli, Luca Massari, Matteo Lorenzo, Vincenzo Michelini, Giovanni Rossi
Fotografia Luan Amelio Ujkaj
Montaggio Carlotta Cristiani
Musica Peppe Frana
Scenografia Noemi Marchica
Costumi Florence Emir
Prodotto da Carlo Macchitella, Pier Giorgio Bellocchio, Manetti bros.
in collaborazione con Paola Pedrazzini
Una produzione Mompracem con Rai Cinema
in collaborazione con Fondazione Fare Cinema, XNL Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano
Durata 24 minuti

Hanno collaborato alla realizzazione del cortometraggio gli allievi del corso di Alta Formazione in Regia Cinematografica “Bottega XNL – Fare Cinema” (edizione 2022), a supporto in vari ruoli sul set:

Elettra Abbiati Giusti (Assistente costumista)

Bianca Bertini (Assistente fotografia)

Luca Bozzoli (Assistente fonico)

Andrea Capacchione (Assistente produzione)

Stefano Cravedi (Assistente scenografia)

Maris Croatto (Assistente scenografia)

Matteo De Sabbata (Assistente regia)

Clara Delva (Assistente edizione)

Dario Fusco (Assistente fotografia)

Maria Gorgoglione (Assistente scenografia)

Cabiria Lizzi (Assistente regia)

Alessia Passalacqua (Assistente produzione)

Simone Vacca (Assistente produzione)

Simone Villani (Assistente fotografia)

Ospiti della serata
il regista Leonardo Di Costanzo e il cast

Welcome to Paradise, realizzato nell’ambito dell’edizione 2022 del corso di alta formazione cinematografica Bottega XNL-Fare Cinema, è stato presentato in anteprima mondiale lo scorso 7 settembre 2023 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, unico corto selezionato dal direttore Alberto Barbera in “Selezione Ufficiale – Fuori concorso”. È stato poi presentato al Filmaker Fest di Milano, Festival del Cinema Italiano di Madrid e all’Italy on Screen Today di New York.

Trama

Il cortometraggio racconta la storia di Nadia, una ragazzina solitaria e diffidente, che porta una benda su un occhio. Lungo la riva del fiume, in cerca di avventure in compagnia di alcuni gattini randagi, vede un ragazzo maltrattato e rinchiuso in un capanno abbandonato dai ragazzini del paese. Nadia si allontana. Poi, curiosa, torna e tenta di liberare il “prigioniero”. La parete che li separa apre in Nadia la possibilità di giocare ad essere un’altra e a provare, nella seduzione, un’improvvisa voglia di crescere.

In Welcome to Paradise Leonardo Di Costanzo adatta alla cornice bobbiese, in particolare allo spazio singolare sotto il Ponte Gobbo che esemplifica un’idea di periferia del borgo in riva al Trebbia, un universo di soggetti antagonisti e irriducibili, preferibilmente molto giovani; e che ha trovato finora nella sua filmografia un pertinente spazio vitale nei contesti suburbani della Campania. Tutto è sfuggente, accennato e relativamente espresso in questa storia di adolescenze che si incontrano senza conoscersi. Il modello del lungometraggio d’esordio, L’intervallo, viene ora sottoposto da Di Costanzo, dentro un progetto innanzitutto pedagogico e partecipato di opera collettiva, a una verifica lontana geograficamente ma non sociologicamente di temi e domande che restano prive di risposta. Aver colto nei luoghi bellocchiani per eccellenza l’invisibile, che lega adolescenti e stranieri diversamente “imprigionati”, costituisce la prova di continuità e coerenza dell’autore di Ariaferma il quale ha fatto da sempre suo il tema della reclusione istituzionale e reso l’apparenza documentaristica il segno inconfondibile di una drammaturgia della realtà inseparabile dall’ortodossia responsabile della rielaborazione audiovisiva.  

(Anton Giulio Mancino)

 


04 agosto ore 21.15
A seguire

 

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA


Italia, 1972
Regia Marco Bellocchio
Sceneggiatura Sergio Donati, Goffredo Fofi
con Gian Maria Volonté, Fabio Garriba, Carla Tatò, Jacques Herlin, John Steiner, Michel Bardinet, Jean Rougeul, Corrado Solari, Laura Betti
Fotografia Luigi Kuveiller, Erico Menczer
Montaggio Ruggero Mastroianni
Musica Nicola Piovani
Scenografia Dante Ferretti
Costumi Franco Carretti
Produttore Ugo Tucci
Produzione Jupiter Generale Cinematografica, UTI Produzioni Associate, Labrador Films
Distribuzione 01 Distribution

Durata 93 minuti

 

 

 

La versione restaurata di Sbatti il mostro in prima pagina è stata presentata in anteprima al Festival di Cannes, che nel 2021 ha tributato a Marco Bellocchio la Palma d’Oro d’Onore.

Trama

Interpretato da Gian Maria Volonté nel ruolo del redattore capo Giancarlo Bizanti, Sbatti il mostro in prima pagina “racconta una storia che attraversa una serie di eventi reali – ha scritto Gian Piero Brunetta nella sua Storia del cinema italiano – che hanno scosso in quegli anni la coscienza del paese. Si va dai riferimenti a primi episodi terroristici, come le bombe alla Fiera campionaria di Milano del 1969, o di cronaca nera (la morte di Milena Sutter) a episodi di guerriglia urbana o a eventi traumatici come la strage di Piazza Fontana, la morte dell’anarchico Pinelli, o quella dell’editore Giangiacomo Feltrinelli”. Un film, prosegue Brunetta, che ha “la capacità di trasmetterci il senso di tensione sociale di temperatura ideologica in aumento e di lotta cieca e senza esclusione di colpi tra le varie forze organizzate, istituzionali e spontanee”.

Giudicato all’epoca un film minore dell’autore de I pugni in tasca, per la sua apparente adesione ai canoni del film politico-indiziario, in realtà e con il senno di poi Sbatti il mostro in prima pagina è perfettamente in linea con la sua costante attenzione al dato storiografico sensibile. Bellocchio in forma poetica molto personale e contro-narrativa lo ha coltivato e progressivamente intensificato da La Cina è vicina e Nel nome del padre, quindi da Diavolo in corpo, Buongiorno, notte ed Esterno notte a Vincere e Bella addormentata, Il traditore, Marx può aspettare e Rapito. Grazie alla possibilità di rivederlo in una nuova e opportuna edizione restaurata, Sbatti il mostro in prima pagina che parte da premesse di giallo politico e irretisce come un esperimento eccentrico il regista simbolo della contestazione, rivela corde profondamente personali; specialmente quella “pazza” nell’accezione più bellocchiana che pirandelliana, tale da consentire una rilettura d’insieme degli anni della strategia della tensione, con riferimenti precisi ai fatti legati alla strage di piazza Fontana in chiave di delirio collettivo. La “recita della Storia” cara a Bellocchio, grazie qui a un inedito compromesso alto con le convenzioni narrative del film cosiddetto “di denuncia”, offre un’occasione imperdibile per contaminare le istanze del soggetto originale di Segio Donati e del contributo militante di Goffredo Fofi in sede di sceneggiatura con scatti visionari autonomi. La follia, come un virus dotato di inconscio sano e che attraversa ovunque l’opera di Bellocchio, contagia un’epoca rendendo la Storia d’Italia stessa degli anni Settanta, tra contraddizioni, contraffazione della verità e tensioni o contrapposizioni ideologiche fuor di senno, un sintomo di lungo corso che nei personaggi interpretati da Gian Maria Volontè e Laura Betti, ciascuno a suo modo, esplode coniugando disinformazione, violenza e manipolazione. Non è dunque Bellocchio ad avvicinarsi di volta in volta alla verità del tempo; ma paradossalmente il tempo cosiddetto storico, passato e presente, mediante forme istituzionali insospettabili ma palesi o private di malattia mentale, a offrire una sponda nera, anzi noir, ad un universo tragico o tragicomico di chiara matrice manicomiale o post-manicomiale; e che Bellocchio ha restituito all’occorrenza con magistrale insofferenza, estro e dissenso armonico.  

(Anton Giulio Mancino)