Cinema e Identità
Mercoledì 19 Aprile, ore 9.00-12:30
Proiezione del film “Volevo nascondermi“
Incontro con il regista Giorgio Diritti
In dialogo con il critico cinematografico Enrico Magrelli
Volevo nascondermi
regia di Giorgio Diritti
con Elio Germano, Oliver Ewy, Leonardo Carrozzo, Pietro Traldi, Orietta Notari.
Italia, 2020 – Durata 120‘
Riconoscimenti: Orso d’Argento al Festival di Berlino per il migliore attore protagonista a Elio Germano; David di Donatello per Miglior film, Miglior regista a Giorgio Diritti, Miglior attore protagonista a Elio Germano, Miglior acconciatore, Miglior fonico di presa diretta, Miglior scenografia, migliore fotografia a Matteo Cocco; il Nastro d’Argento per il moglior film del 2021 e Premio migliore fotografia a Matteo Cocco e migliori costumi agli European Film Awards.
Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. “El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà Antonio Ligabue, il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po. Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene rinchiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere. Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.
Toni, definito allora e spesso anche oggi come matto, è stato soprattutto un bambino rifiutato più volte, nato con problemi fisici che lo hanno reso reietto, che hanno causato la sua emarginazione e probabilmente anche i suoi disturbi psichici. Un uomo capace però di esprimere, nella specificità dell’arte, un talento incredibile, un punto di vista sulla vita, forte e originale. I suoi autoritratti sono la fotografia del suo stato d’animo e nel suo volto, con piccoli mutamenti di espressione a ogni opera, gli occhi rivolti all’osservatore interrogano, chiedono un ascolto, un riconoscimento, un segno di affetto. Come per ogni uomo nella vita, è capitato anche a Toni di sentirsi inadeguato, sbagliato, sconfitto ed il primo istinto anche per lui in quei momenti è stato il desiderio di nascondersi, di uscire dal mondo. Rileggendo il percorso della sua vita, appare evidente quanto il suo essere visto come “diverso” sia l’origine di molte delle sue sofferenze ma anche il nucleo generativo della sua identità artistica e del suo successo.
Giorgio Diritti – Note di regia
Giorgio Diritti è regista, sceneggiatore e produttore bolognese. Il suo film d’esordio, Il vento fa il suo giro (2005), partecipa a festival nazionali ed internazionali, vincendo una quarantina di premi. Riceve cinque candidature ai David di Donatello 2008 (fra cui Miglior film, Miglior regista esordiente, Miglior produttore e Migliore sceneggiatura) e quattro ai Nastri d’Argento 2008. Anche se distribuito in poche copie, conquista il pubblico e diventa un “caso nazionale” (resta in programmazione al Mexico di Milano per un anno e mezzo). Il suo secondo film, L’uomo che verrà (2009), presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, vince il Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio d’Argento, il Premio Marc’Aurelio d’Oro del Pubblico, il Premio “La Meglio Gioventù”. Si aggiudica inoltre tre David di Donatello (Miglior film, Migliore produttore e Migliore suono di presa diretta) e tre Nastri d’Argento. Nel 2013 coproduce e dirige il film Un giorno devi andare girato in Amazzonia e con protagonista Jasmine Trinca, presentato in Concorso al Sundance Film Festival. Volevo nascondermi, che racconta la vita del pittore Antonio Ligabue, è stato presentato in Concorso al Festival di Berlino dove il protagonista Elio Germano ha vinto l’Orso d’Argento come Miglior attore. Il film ottiene 15 candidature ai David di Donatello 2021 vincendone sette, tra cui Miglior regia e Miglior Film. È stato premiato come Film dell’Anno ai Nastri d’Argento 2020 e ha ricevuto il premio Globo d’Oro della Stampa estera per il Miglior film e la Migliore fotografia.
Enrico Magrelli, giornalista, critico cinematografico, autore radiofonico e televisivo, è uno degli autori e conduttori dello storico programma di Radio3 Hollywood Party. Ha fatto parte, dal 2004 al 2011, della Commissione di Selezione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia diretta da Marco Muller. Ha fatto parte, dal 2007 al 2013, della commissione del Ministero dei Beni Culturali per il finanziamento dei film riconosciuti di interesse culturale. Dal 2009 al 2012 è stato il Conservatore della Cineteca Nazionale. Ha scritto per Filmcritica, Bianco e Nero, Cinema e Cinema, Cineforum, Rivista del Cinematografo. È stato critico cinematografico per le testate del Gruppo l’Espresso. Come autore televisivo ha firmato numerosi programmi per Rai e Mediaset e ha scritto numerosi saggi e monografie. Da anni modera gli incontri con registi e attori al Bobbio Film Festival.