Venerdì 5 agosto – La bellezza del somaro

{jathumbnail}somaro

regia di Sergio Castellitto  

con Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Iannacci  

– Ospiti della serata: Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini

 

 

Marcello e Marina sono una coppia molto affiatata, dall’indole moderna e dinamica con una spiccata tolleranza verso tutti. I due hanno una figlia, la diciassettenne Rosa, lievemente dispotica ma brava a scuola e affezionata ai genitori. L’unico neo: il suo fidanzato, Luca, coetaneo carino e figlio di amici di famiglia, ma somaro a scuola, nervosetto e rimbambito dagli spinelli. La giovane coppia entra però in crisi, Marcello e Marina cercheranno così di scoprire l’identità del nuovo fidanzato di Rosa. Durante uno spensierato fine settimana con gli amici nella loro casa immersa nella campagna toscana, faranno conoscenza del nuovo amore della figlia: Armando, un uomo molto più anziano di lei

 

“La commedia è un genere difficile che ha bisogno di rigore e persino di semplificazioni: altrimenti non funziona, seppur il copione è intelligente e servito da un bel cast. (…) Ambientata cechovianamente in un casale durante una vacanza, la commedia è ricca di spunti, e però fatica a trovare il ritmo.”

  Alessandra Levantesi Kezich, ‘La Stampa’, 17 dicembre 2010

() Sergio Castellitto alle prese con una commedia allegra, a tratti scorretta, disegnata su un gruppo dattori a loro agio nel continuo scambio di ruoli.. Se levoluzione del cinepanettone è lironia lieve, educata ed elegante, la rivoluzione è benvenuta

Malcom Pagani, Il Fatto Quotidiano

()’La bellezza del somaro’ è qualcosa di più di una commedia grottesca, è proprio un film surreale, dove di tanto in tanto il regista/attore/autore guarda in macchina e si rivolge a noi spettatori, e dove il montaggio (…) crea associazioni visive sorprendenti. ()Forse un tentativo di importare Almodóvar nella borghesia italiana, o di ritrovare le atmosfere feroci di Ferreri (altro autore che Castellitto ha frequentato). Sicuramente è un film sfrontato, coraggioso, personalissimo. Solo Castellitto poteva farlo.”

  Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 17 dicembre 2010