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2 agosto ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)
L’ARTE DELLA GIOIA (prima parte)
Italia, 2023
Regia Valeria Golino
Sceneggiatura Valeria Golino, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella, Stefano Sardo
con Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi, Guido Caprino, Alma Noce, Giovanni Bagnasco, Giuseppe Spata
Fotografia Fabio Cianchetti
Montaggio Giogiò Franchini
Musica Toti Gudnason
Scenografia Luca Merlini
Costumi Maria Rita Barbera
Produzione Vision Distribution, Sky e HT Film
Prodotto da Viola Prestieri
Distribuzione Vision Distribution
Durata 153 minuti
Ospiti della serata
gli sceneggiatori Luca Infascelli e Valia Santella
L’arte della gioia è stato presentato in anteprima mondiale alla 77esima edizione del Festival di Cannes.
Sinossi
Modesta, nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera, in una terra ancora più povera, è la protagonista di questa storia drammatica e avventurosa. Fin dall’infanzia, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e di libertà, è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora. Il suo cammino la conduce poi alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo. Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.
Uno dei grandi meriti registici di Valeria Golino, a cominciare da questo primo macro-segmento della versione cinematografica e televisiva de L’arte della gioia, è quello di aver riportato con il suo esordio nella serialità l’accento sul testo dell’omonimo romanzo che Goliarda Sapienza aveva iniziato a scrivere nel 1967, senza mai vederlo pubblicato integralmente finché ha vissuto. Tuttavia, proprio prestando attenzione a recensioni, introduzioni e postfazioni varie, ci si accorge di come la complessa e di sicuro interessante e molto curiosa vicenda editoriale del romanzo o quella biografica dell’autrice abbia preso il sopravvento e la mano sulle qualità specifiche del romanzo stesso inteso come opera letteraria autonoma, dotata di specifiche caratteristiche che vanno dalla narrazione al narrato. Con il film di Golino ecco che riemerge prepotente e coerente la natura testuale dell’opera, nel conguaglio continuo con le doverose e legittime scelte audiovisive, di regia e sceneggiatura, interpretazione e scenografia, musica e costumi. Sullo schermo, grande o successivamente piccolo, si comprende parallelamente la parabola epocale che avvicina il romanzo al film, o il film al romanzo, senza soluzione di continuità o gerarchia mediale. Quindi ai grandi ritratti epocali del secolo scorso, in cui la vicenda della protagonista, dal nome emblematico Modesta, e di tutti coloro i quali con i quali interagisce, tra questioni materiali e morali, affettive e sessuali, sociali o politiche, dentro l’ineludibile Storia con l’iniziale maiuscola che fa da contraltare alle storie personali.
(Anton Giulio Mancino)