Sabato 3 agosto – L’arte della gioia (seconda parte)

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3 agosto ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)

 

L’ARTE DELLA GIOIA (seconda parte)

Italia, 2023
Regia Valeria Golino e Nicolangelo Gelormini
Sceneggiatura Valeria Golino, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella, Stefano Sardo
con
Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi, Guido Caprino, Alma Noce, Giovanni Bagnasco, Giuseppe Spata
Fotografia Fabio Cianchetti
Montaggio Giogiò Franchini
Musica Toti Gudnason
Scenografia Luca Merlini
Costumi Maria Rita Barbera
Produzione Vision Distribution, Sky e HT Film
Prodotto da Viola Prestieri
Distribuzione Vision Distribution

Durata 155 minuti

Ospiti della serata
la regista Valeria Golino e gli sceneggiatori Luca Infascelli e Valia Santella

 

 

L’arte della gioia è stato presentato in anteprima mondiale alla 77esima edizione del Festival di Cannes.

Sinossi

Modesta, nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera, in una terra ancora più povera, è la protagonista di questa storia drammatica e avventurosa. Fin dall’infanzia, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e di libertà, è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora. Il suo cammino la conduce poi alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo. Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.

Se per molti versi è appropriato l’accostamento con La storia di Elsa Morante è due volte appropriato, poiché anche di quel romanzo di ampio respiro e densa profondità sono state ricavati ben due omonimi disadattamenti televisivi, è nel segno opposto del “romanzo anti-storico”, secondo la felice definizione di Vittorio Spinazzola, oltretutto di matrice rigorosamente siciliana rendendo pertinente l’accostamento de L’arte della gioia, libro e film a puntate o parti, con I Vicerè di Federico De Roberto, I vecchi e i giovani di Luigi Pirandello e Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. In questa tradizione di contro-narrazione storica sviluppata sul piano audiovisivo e cadenzato secondo un’ampiezza prospettica e rappresentativa, Golino si inserisce, attraverso Sapienza, con quei romanzi portati sul grande e piccolo schermo tra gli anni Sessanta del secolo scorso e i primi del nuovo, da Luchino Visconti (Il Gattopardo), Marco Leto (I vecchi e i giovani) e Roberto Faenza (I Vicerè). Ed è appunto dentro un’idea di lungo corso che unisce racconto e affresco non minimalista che meglio si comprende l’operazione di Sapienza e Golino, unite da un filo doppio, meridionale e meridionalista a un tempo, che induce a leggere attentamente il testo in funzione del contesto e viceversa: dalla natia Catania della prima alla Napoli che ha dato i natali alla seconda, si snoda il respiro e il rifiuto categorico che assume i contorni di esistenziali della classe, del gender e della visione politica che nell’orizzonte della micro e macro-storia non fa il gioco di nessuno.

(Anton Giulio Mancino)