Regia Sergio Rubini
con
Lillo, Neri Marcoré, Vanessa Incontrada, Margherita Buy, Emilio Solfrizzi, Valentina Cervi
Durata 105 minuti
Produzione Fandango, Rai Cinema
– Ospiti della serata: Sergio Rubini, Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè
La strana storia dello iellato imprenditore Biagio Bianchetti, e della sua eterna rivalità, nata sui banchi di scuola, con il carismatico e fortunato Ottone Di Valerio.
La sfortuna e gli eventi portano Biagio al gesto più estremo, ma il laldilà ha in serbo una sorpresa per lui.
Sergio Rubini a Roma, lontano dalle sue abituali cornici pugliesi. Più del solito però in una cifra comica che sa sempre tenersi in equilibrio fra una certa satira a degli spunti scopertamente surreali, tanto che Biagio, il protagonista, dopo essersi suicidato per debiti, arrivato in un singolarissimo Di là, ottiene il permesso di tornare in vita per una settimana grazie a una buona azione appena compiuta.
Sotto sotto, abbiamo il sospetto che Rubini voglia suggerirci che anche in Paradiso comandano sempre gli stessi. Film complesso, da rivedere: si ride, ma si fanno pensieri che potrebbero anche far piangere.
Pensi alla commedia sofisticata e subito riaffiorano alla mente indimenticabili sequenze di Susanna, Partita a quattro, Scandalo a Filadelfia. Titoli da far tremare le vene ai polsi. Non a Sergio Rubini, che per Mi rifaccio vivo dice di aver guardato alla più riuscita tra le declinazione del genere. In effetti lo spunto di partenza, con il protagonista Biagio Bianchetti frettoloso suicida benevolmente rispedito sulla terra, mischia le atmosfere di L’inafferrabile signor Jordan, diventato nel 1978 Il paradiso può attendere, e La vita è meravigliosa.