Sabato 20 agosto – Sangue del mio sangue

629x285 film sangue

Regia Marco Bellocchio

Sceneggiatura Marco Bellocchio

Con Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Herlitzka, Alba Rohrwacher, Filippo Timi

Fotografia Daniele Ciprì
Montaggio Francesca Calvelli, Claudio Misantoni
Scenografia Andrea Castorina
Costumi Daria Calvelli
Musica Carlo Crivelli
Suono Christophe Giovannoni

Durata 107’
Distribuzione 01 Distribution

– Ospiti della serata: Marco Bellocchio e/o attori del cast

sangue locandinaA Bobbio vive una colonia di vampiri. Nel Seicento hanno assistito e collaborato al processo contro una monaca accusata di aver stretto un patto con Satana, oggi sopravvivono stancamente sotto maschere consunte, afflitti dal mal di denti e dal lento esaurimento del loro slancio vitale. Due i leader della comunità: il conte Basta e il cavalier Mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

La complessità di Sangue del mio sangue è direttamente proporzionale alla sua “leggerezza” e inversamente alle sue “dimensioni”. Non è soltanto uno dei non pochi film bellocchiani di quello che potremmo, a posteriori, chiamare il “ciclo di Bobbio”, inaugurato cinquant’anni fa direttamente dal seminale lungometraggio d’esordio I pugni in tasca. E proseguito con progressiva, consapevole intensità, solo apparentemente in sordina e in chiave privata, di volta in volta documentaristica o di (relativa) finzione, ai limiti del film domestico, rigorosamente a condizione familiare, con Vacanze in Val Trebbia, Sorelle, poi esteso e divenuto Sorelle Mai, ma anche Addio del passato. Il concetto di consanguineità, indice di confidenzialità territoriale e sociale, affettiva e psichica, è strettamente connesso in termini cinematografici con la scelta di eleggere Bobbio a centro gravitazionale della messa in scena e in quadro di fantasmi e fantasie slegate dal principio di realtà e di racconto coerente. Bobbio non è soltanto il “posto delle fragole” di Marco Bellocchio, ma con cognizione di causa storica, antropologica e psicologica, il luogo geometrico in cui al riparo di una provincia modulare che funge da filtro e da maschera affiorano le proprietà indiziarie e tragicomiche riconducibili a un’emblematica Italia di lunga durata, per non dire al mondo intero. «Il mondo è piccolissimo, altro che vasto. Bobbio è il mondo», sottolinea il conte-vampiro di Bobbio, a capo di una conventicola di maggiorenti del paese che assume connotazione massonica inequivocabile.

Anton Giulio Mancino, Marla