Regia Marco Bellocchio
Con Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo, Guido Caprino, Nicolò Cabras, Dario Del Pero, Barbara Ronchi, Fabrizio Gifuni, Giulio Brogi, Roberto Di Francesco, Roberto Herlizka, Miriam Leone, Emmanuelle Devos, Pier Giorgio Bellocchio, Fausto Russo Alesi, Piera Degli Esposti
Italia, Francia 2016
Regia Marco Bellocchio
Sceneggiatura Valia Santella, Edoardo Albinati, Marco Bellocchio
Fotografia Daniele Ciprì
Montaggio Francesca Calvelli
Scenografia Marco Dentici
Costumi Daria Calvelli
Musica Carlo Crivelli
Suono Gaetano Garito
Durata 133 minuti
Distribuzione 01 Distribution
– Ospiti della serata: Marco Bellocchio, Daniele Ciprì, Valerio Mastandrea, Berenice Bejo, Beppe Caschetto e Simone Gattoni
Massimo, giornalista di fama, non riesce a superare il trauma infantile causato dall’improvvisa morte di sua madre. Da allora i rapporti con suo padre, le convinzioni infantili, i legami affettivi sembrano essere stati tutti segnati da quest’evento su cui non ha mai fatto luce fino in fondo. Nel corso della sua vita il mistero della morte della madre lo ha accompagnato come un’ombra sinistra.
Le molte chiavi di accesso al film ci riportano alla condizione allargata dell’orfanità. Condizione polisemica che consente di privilegiare ben altra matrice letteraria ricorrente e pregressa, alta e genealogica all’interno della filmografia bellocchiana: la poesia di Pascoli. Prima cioè che l’insegnante del piccolo Massimo cancelli la lavagna, ecco i versi de I due orfani: «Noi ora siamo più buoni… / ora che non c’è più chi si compiace / di noi» «che non c’è più chi ci perdoni». Viene così eluso, sullo schermo/lavagna, e a maggior ragione marcato, il richiamo nominale dei due orfani dialoganti al personaggio centrale due versi prima: «Ed ora la mamma è morta». Un’ulteriore coincidenza, che salda lo strategico componimento pascoliano a La mamma morta dell’Andrea Chenier di Umberto Giordano che lo stesso Bellocchio ha diretto a teatro.